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Valerio Magrelli, professore ordinario di letteratura francese all’Università degli Studi Roma Tre, è uno dei principali poeti italiani, nonché narratore, sagace saggista, eccellente studioso e traduttore raffinatissimo. I titoli delle sue raccolte di versi sono: Ora serrata retinae (Feltrinelli: 1980), Nature e venature (Mondadori: 1987), Esercizi di tiptologia (Mondadori: 1992), poi riunite in Poesie e altre poesie (Einaudi: 1996); Didascalie per la lettura di un giornale (Einaudi: 1999), Disturbi del sistema binario (Einaudi: 2006), Il sangue amaro (Einaudi: 2014), Le cavie (Einaudi: 2018, raccolta generale) e Exfanzia (Einaudi: 2022). Per il suo importante lavoro di traduttore e teorico della traduzione, basti citare la ben nota serie trilingue “Scrittori tradotti da scrittori” diretta per la Einaudi, per dare subito un’idea dell’inventività e profondità del suo rapporto con la traduzione. Dal francese, ha tradotto, fra gli altri, Mallarmé, Valéry, Debussy, Verlaine; dal tedesco Goethe, in un’edizione del Faust co-curata con Giancarlo Pontiggia. Fra i suoi lavori di prosa possiamo citare: Nel condominio di carne (Einaudi: 2003), La vicevita. Treni e viaggi in treno (Laterza: 2009), Addio al calcio. Novanta racconti da un minuto (Einaudi: 2010), Roma Magica e velenosa. Roma nel racconto degli scrittori stranieri (Laterza: 2010), Geologia di un padre (Einaudi: 2013), Sopruso: istruzioni per l’uso (Einaudi: 2019). Come critico ha dedicato numerosi studi, fra gli altri, al movimento Dada, aJoseph Joubert, a Francis Ponge, a Michaux, a Valéry. Fra i tanti riconoscimenti, per la sua opera come poeta e narratore ricordiamo il premio Mondello (1980) e il Super Mondello (2013); il Premio Viareggio (1987), il Brancati (1999), il Librex Montale, il premio Napoli (2004), il Premio Selezione Campiello (2013), il Bagutta (2014), nonché’ il Premio Antonio Feltrinelli (assegnato dall’Accademia dei Lincei). Per la sua opera nel campo delle traduzioni, ha ricevuto il Premio Nazionale per la Traduzione (1996), conferito dal Presidente della Repubblica.
In questo colloquio, Magrelli parla dei rapporti di continuità o meno della sua poetica; della relazione fra traduzione e produzione lirica; del legame fra esistenzialismo e impegno; del sottile filo tra ironia, autoironia e nostalgia; del vincolo affettivo e creativo collegato alla figura paterna –sia come figlio che come padre lui stesso; della capacità o meno di saper leggere il contesto.